Finito da poco il corso di Alpinismo del CAI di Verona, abbiamo cercato subito di mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti e quindi, fra le tante proposte che ci hanno consigliato, nel pomeriggio siamo partiti alla volta del Monte Cimo, in particolare verso la parete di Tessari, meglio nota come il Trapezio.
Caratterizzata da roccia solita ed eccezionalmente ricca di appigli, questa bella falesia ci è sembrata subito il terreno adatto per metterci alla prova, la scelta perfetta per iniziare a muovere i primi passi da capocordata.
Parcheggiato a Tessari, salita la strada sterrata sulla sinistra e superati i campi coltivati, qui è iniziata subito la nostra disavventura, se così la possiamo definire, poiché abbiamo saltato l’ometto che indicava sulla destra il sentiero di accesso alla parte, salendo invece fino alla via d’uscita della nostra via. Archiviata questa parentesi di trekking sotto il cocente sole ci siamo avvicinati alla base della parte cercando la via “Cappuccio del Fungo” senza però molta fortuna, dato che i nomi scritti in rosso sulla rocca erano davvero sbiaditi. Vista l’ora abbiamo quindi preferito salire l’unica di cui eravamo sicuri, la via “del Porce” (l’unica col nome ancora leggibile), sicuri di quello che avremmo trovato in parete, grazie alla relazione a nostre mani.
La salita è stata breve, ma davvero entusiasmante! Rispetto a quanto indicato nella relazione, in soli tre tiri siamo usciti fuori, compiendo comunque salita e discesa (lungo il sentiero) in circa un’oretta e mezza. La roccia, un ottimo e saldo calcare, i fix presenti in parete e le tantissime solide clessidre, numerose delle quali munite di cordini, ci ha permesso un’arrampicata divertente e tecnica al contempo. Le soste, poi, attrezzata con cavetto di acciaio o spezzoni di corda sono risultate sempre agevoli e perfette per fare esercizi. In sintesi: una vera palestra di arrampicata!
Ridiscesi, ahimè, si era fatto tardi per puntare a ripetere la salita o per affrontare una via accanto, e abbiamo ripiegato quindi verso la macchia, con in bocca (lo confesso) ancora la voglia di salire, con in tasca la promessa di tornare a percorre le altre vie del trapezio, ma col cuore colo di emozioni per questa nostra “prima via”.
Sviluppo: circa 150 metri
Difficoltà: II, III, un passaggio di IV+
Esposizione: EST
Tempo di salita: 1.30 ore circa
Materiale: normale dotazione alpinistica (nda), cordini
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