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Camminare nelle Alpi

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Anche quest’anno ho ricevuto come regalo il calendario predisposto dalla Banca Popolare di Sondrio il cui incipit presenta un testo di Lino Zani, alpinista, conduttore televisivo e consulente ministeriale in materia di montagna, che prende ispirazione dal suo libro “Era Santo era Uomo”, il racconto di una bella amicizia nata tra le sue montagne con S.S. Giovanni Paolo II.
Un racconto che permette di fermarsi a riflettere sulla qualità del tempo che dedichiamo al nostro camminare in montagna, su quanto spesso ci focalizziamo sull’obiettivo, sulla fretta o sulla vetta a tutti i costi (anche quando è al di là dei limiti) dimenticandoci di tutta la bellezza di quanto sta intorno a noi. Spero quindi che leggendo le sue parole troviate modo e tempo di fermarvi a riflettere si quanto sia importate un passo lento durante il cammino e uno sguardo attento a tutto ciò che ci circonda. Infondo, come dice Reinhold Messner, “in montagna bisogna regredire, non c’è spazio per la fretta. Bisogna tornare alla stasi e poi muoversi. In montagna non c’è nulla da conquistare, c’è solo da lasciarsi conquistare”.
Buona lettura e l’augurio in questo 2025 di un cammino sempre a passo corto e lento: kalipè.

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Camminare nelle Alpi è un viaggio che trascende il semplice atto fisico, trasformandosi in un’esperienza che abbraccia il tempo, la storia e la natura. Ogni passo su questi sentieri è un tuffo nella storia, un’immersione nel tempo che ci permette di riscoprire le radici della nostra cultura e di riconnetterci con la natura in modo profondo. I sentieri che attraversano i passi montani, spesso oltre i 2.000 metri, evocano un’epoca in cui i viaggi che oggi compiamo in poche ore richiedevano mesi di fatica e di preparazione. Riscoprire questi luoghi significa immergersi in una storia millenaria, fatta di viandanti, eserciti e popoli in movimento.

Percorrere i sentieri dell’arco alpino è come entrare in una macchina del tempo. Ogni pietra, ogni curva, ogni salita è intrisa delle storie di chi è passato prima di noi. Questi tracciati erano le vie principali per i popoli antichi, i collegamenti vitali tra comunità isolate che vivevano in simbiosi con le montagne. Sentieri come la Via Alpina o la Grande Traversata delle Alpi sono esempi di percorsi che non solo attraversano paesaggi mozzafiato, ma anche tappe che hanno visto passare generazioni di viandanti, commercianti, eserciti e pellegrini. I sentieri alpini erano le arterie vitali del passato, e camminarci sopra oggi significa ripercorrere le orme dei nostri antenati.

Penso spesso a come popoli antichi, come i Walser, affrontavano questi viaggi secoli fa. Le loro comunità si sono radicate in luoghi impervi, a quote elevate, dove hanno saputo sfruttare al meglio le risorse naturali per costruire un’economia solida e una cultura resistente e soprattutto creare un legame indissolubile con il territorio. Immagino la fatica di un viaggio che oggi ci sembra breve, ma che un tempo richiedeva settimane, se non mesi. Il passo lento del viandante era l’unico modo per spostarsi, e ogni viaggio era un’avventura. Camminare su questi sentieri mi fa pensare a come la vita stessa fosse un viaggio, una serie di passi lenti e ponderati che richiedevano pazienza, forza e determinazione.

Le Alpi non sono solo una meraviglia naturale, ma anche un teatro di importanti eventi storici, testimoni silenziose del passaggio di figure leggendarie come Annibale, che nel 218 a.C. attraversò queste montagne con i suoi elefanti per portare la guerra ai Romani, o Napoleone, che nel 1800 guidò le sue truppe attraverso il Gran San Bernardo durante la Campagna d’Italia. Quando cammino lungo questi antichi sentieri non posso fare a meno di pensare alle armate che li hanno percorsi, agli eserciti che hanno sfidato la natura per conquistare nuove terre e ai pellegrini che li hanno attraversati in cerca di spiritualità e redenzione. Il pensiero di Annibale che guida i suoi elefanti o di Napoleone che sfida passi impervi è una testimonianza della straordinaria capacità dell’uomo di affrontare e superare le sfide della natura. Camminando in questi luoghi, sento di entrare in contatto con quella stessa determinazione e volontà di spingersi oltre i propri limiti per raggiungere una meta.

Oltre a essere un luogo di bellezza e di pace, le Alpi portano anche le cicatrici della storia recente. Durante la Grande Guerra queste montagne furono teatro di terribili battaglie, con soldati che combatterono tra rocce e nevi, a quote impensabili, per difendere il loro Paese.

Camminando lungo il Giogo dello Stelvio, uno dei percorsi di guerra meglio conservati che si snoda fino al lago di Garda, si avverte ancora il peso della storia che ha segnato queste montagne. A oltre 2.700 metri di altitudine, tra rocce aspre e cime che sfidano il cielo, le trincee si nascondono silenziose come testimoni mute della Prima Guerra mondiale. Qui, dove il vento soffia gelido, la vita dei soldati era una lotta quotidiana contro il freddo e le difficoltà di una guerra condotta in alta montagna.

Ma non è solo lo Stelvio a conservare queste memorie. Anche l’Adamello, con le sue immense distese glaciali e i paesaggi maestosi, racconta storie di scontri durissimi. Le trincee e i camminamenti ancora visibili si snodano tra ghiacciai e vette inaccessibili, lasciando intravedere i segni della guerra bianca, un conflitto epico combattuto a quote vertiginose.

Su questi sentieri il peso della storia si fa sentire ad ogni passo. La bellezza dei paesaggi contrasta con la durezza delle vicende umane che vi si sono svolte. Eppure, proprio in questo contrasto trovo una profonda riflessione sulla vita, sulla fragilità e sulla forza dell’uomo di fronte alle avversità.

Tra i numerosi sentieri che attraversano le Alpi, il Sentiero Italia occupa un posto speciale. Questo cammino, che si estende per oltre 6.000 chilometri da Trieste a Ventimiglia, è un’autentica via maestra che taglia l’intero arco alpino. Percorrere questo sentiero significa vivere un’esperienza unica, un viaggio che abbraccia l’Italia da est a ovest, attraverso alcuni dei paesaggi più suggestivi e ricchi di storia del nostro Paese. Il Sentiero Italia è un sentiero che permette di esplorare la varietà delle nostre montagne, dalle cime innevate alle valli verdeggianti, passando per villaggi pittoreschi e città ricche di cultura.
È un percorso che invita alla scoperta, non solo della natura, ma anche della storia e delle tradizioni locali. Ogni tappa offre l’opportunità di entrare in contatto con comunità che, pur essendo isolate, hanno saputo mantenere vive le loro tradizioni e la loro cultura. Percorrere questo sentiero significa immergersi completamente in un mondo che conserva intatta la sua autenticità e che offre a ogni passo una nuova meraviglia.

Camminare per me non è mai stato solo un modo per spostarmi, ma un vero e proprio atto di immersione nella natura. È per questo che cammino lentamente, evitando di correre, perché ogni passo è un’opportunità per vedere, sentire e assaporare ciò che mi circonda. Significa permettere allo spirito di fondersi con la natura, di entrare negli alberi, nei prati, nei fiori, nella terra stessa. È un modo per perdersi, per lasciarsi andare e ritrovare sé stessi in un contesto che invita alla riflessione e alla contemplazione.

Il cammino, fatto con calma e attenzione, mi permette di utilizzare tutti i miei sensi: ascoltare il canto degli uccelli nel vento che soffia tra le cime, sentire il profumo dei fiori di montagna, vedere i colori mutevoli del cielo, toccare la corteccia degli alberi secolari. È un’esperienza totalizzante, che mi fa sentire parte di un tutto più grande, in un’armonia perfetta tra corpo, mente e spirito.
Camminare in montagna è un atto di contemplazione, un’occasione per riflettere sulla grandezza della natura e sul nostro posto nel mondo. Ricordo le parole di Giovanni Paolo Il, che spesso rifletteva sulla bellezza del Creato come riflesso della grandezza divina. Per lui, come per me, la montagna era non solo uno scenario da ammirare, ma una vera e propria scuola di vita. Un luogo dove si impara a faticare per raggiungere una meta, ad aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà, a gustare insieme il silenzio e a riconoscere la nostra piccozza di fronte alla maestosità dell’ambiente che ci circonda.

«Ogni volta che ho la possibilità di recarmi in montagna e di contemplare questi paesaggi, ringrazio Dio per la maestosa bellezza del Creato. Lo ringrazio per la sua stessa Bellezza, di cui il cosmo è come un riflesso, capace di affascinare gli uomini e attirarli alla grandezza del Creatore.
La montagna, in particolare, non solo costituisce un magnifico scenario da contemplare, ma quasi una scuola di vita. In essa si impara a faticare per raggiungere una meta, ad aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà, a gustare insieme il silenzio, a riconoscere la propria piccolezza in un ambiente maestoso...».
GIOVANNI PAOLO II

Uno degli aspetti più arricchenti del cammino in montagna sono le persone che si incontrano lungo la strada. Ogni incontro è un’opportunità per condividere esperienze, per ascoltare storie, per creare legami che spesso durano ben oltre il tempo del sentiero. Quando ripenso alle mie escursioni, non ricordo solo i paesaggi mozzafiato, il freddo pungente o il peso dello zaino sulle spalle, ma anche i sorrisi, le parole scambiate e i gesti di gentilezza.

Mi vengono in mente i pastori che incontro lungo i sentieri, custodi di antiche tradizioni che si tramandano da generazioni. Oppure i viandanti come me, che con passo lento percorrono queste montagne in cerca di qualcosa di più profondo della semplice avventura. È in questi momenti che si comprende il vero valore del cammino: non è solo la destinazione che conta, ma il percorso, fatto di incontri, di scambi, di umanità condivisa.

Alla fine di ogni giornata in montagna mi fermo a riflettere su quanto ho vissuto. Ringrazio le mie gambe per avermi portato fino a lì, la mia mente per avermi dato la forza di proseguire e il mio cuore per avermi permesso di vivere ogni momento con intensità. Camminare è un’esperienza che arricchisce l’anima, che lascia un segno indelebile nella memoria e che, soprattutto, ci ricorda cosa conta davvero.

Le Alpi, con la loro maestosità e la loro storia, sono il luogo ideale per intraprendere questo viaggio. Ci riconnettono con la natura, con la nostra storia e con la nostra umanità. Qui, tra queste montagne, possiamo riscoprire il valore della lentezza, la bellezza della semplicità e l’importanza delle relazioni umane. Camminare significa immergersi in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato, dove ogni passo è un ritorno alle origini, un incontro con la nostra essenza più autentica.

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