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Via Ferrata “Giancarlo Biasin”

Via Ferrata Giancarlo Biasin

Ieri avevo una giornata di vacanza e così nel pomeriggio ho ben pensato di fare quattro passi sulle montagne dietro casa per gustarmi un po’ il fresco e con l’occasione anche arrampicarmi un po’. Teatro di questa bella uscita è il Gruppo del Carega (detto anche Gruppo della Carega o Dorsale del Carega), un massiccio delle Piccole Dolomiti, nelle Prealpi venete, ai confini fra la provincia di Vicenza, Verona e Trento, che si estende dal Passo delle Tre Croci (o della Lora) fino al Passo di Campogrosso.
Questa volta però niente salita alla massima altitudine di Cima Carega (2.259 metri), bensì un rapida camminata dal Rifugio Revolto (1.355 metri) fino all’evidente sperone roccioso della Cengia di Pértica dove ha inizio la via ferrata “Giancarlo Biasin”, la meta di oggi!

Come riporta il sito PrealpiVeronesi.it, dal rifugio Passo Pértica per evidenti tracce di sentiero in pochi minuti si raggiunge la base della parete e l’attacco della via ferrata. Dopo alcune roccette iniziano le attrezzature. Oltrepassato un tratto verticale, opportunamente attrezzato con cavi e pioli, si supera un masso e quindi ci si porta sulla destra fino a raggiungere un marcato colatoio. Senza possibilità di errore grazie ai numerosi pioli, si raggiunge il crinale e un ripiano erboso dove terminano le difficoltà. Poco dopo l’ultima corda metallica, un cartello indica a destra un sentiero che attraverso un pendio mugoso nel fianco della montagna riporta alla strada forestale che velocemente fa quindi rientrare ai 1.522 metri di Passo Pértica.
In sintesi si tratta di una via ferrata di poco più di 100 metro, davvero ben attrezzata, ma comunque esposta ed in parte a strapiombo, quindi la prudenza non è mai troppa, specie se è da poco piovuto e la roccia è bagnata. Fortunatamente la giornata era splendida e quindi in una ventina di minuti scarsi sono arrivato alla cima della Cengia.
Sul libretto delle firme, come sempre, un saluto e un ringraziamento alla montagna che regala emozioni davvero indescrivibili.

Per concludere ecco una piccola nota di colore (riportata anche su Wikipedia.it) che riguarda l’etimologia del nome Carega. Molti pensano che venga dal veneto, dove “carega” vuol dire sedia, ma in realtà il nome deriva dal dialetto bavarese parlato in passato sull’altipiano dei Lessini: “kareg” vuol dire bacinella. Se infatti si guarda al gruppo del Carega da sud, questi ha proprio la forma di una bacinella.

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