Come ben descritto in “Itinerari del Monte Baldo Settentrionale”, a forza di celebrare le località turistiche legate a gruppi montuosi di fama internazionale, quali le Dolomiti, ci scordiamo dei tesori, piccoli ma preziosi, che stanno vicino a noi. Tanto è vero che può capitare che l’escursionista locale rimanga stupito dall’altrui sapere e dalla propria disattenzione. Il proverbio secondo il quale l’erba del vicino è sempre più verde, si può adattare anche al Monte Baldo. Il fine settimana scorso, quindi, vista la bella giornata ho colto al volo la proposta di un mio amico e siamo partiti alla volta del Baldo, che a ragion veduta è davvero proprio come a una donna di una bellezza composta, le cui doti si possono conoscere solo frequentandola.
Benché l’uscita costringa a camminare per circa 5 ore (soste escluse) lungo un dislivello massimo di 867 metri, visto che da Verona alle pendici del monte la strada non è tanta, confesso che ce la siamo presa un po’ comoda, e dopo la colazione di rito con caffè e brioches, alle 09:15 eravamo pronti, scarponi ai piedi e zaini in spalla per l’ascesa ai 2.147 metri al Rifugio Barana Gaetano al Telegrafo.
L’escursione ha inizio a quota 1.280 metri presso la località Pozze di Pralongo, raggiungibile in macchina salendo lungo la strada che da Prada porta a Naole, svoltando su una stradina a destra che reca l’indicazione “Rifugio Fiori del Baldo” visibile appena superato il cartello stradale di Prada, 5 km circa prima dell’omonimo abitato.
Parcheggiata la macchina là dove termina l’asfalto, lasciando in basso a sinistra la grande pozza di Malga Pralongo (indicata sulle mappe come “dosso dei cavai”), si prosegue a piedi lungo una vecchia strada militare che per il primo tratto ha il fondo cementato. Fatte poche centinaia di metri, proprio dove inizia lo sterrato, si trova sulla sinistra una sbarra che chiude ai veicoli l’accesso al sentiero diretto ai Baiti d’Ortigara. Seguendo a destra si prosegue sulla comoda carrareccia che, attraversando una bella faggeta, porta a transitare paralleli ai piedi delle creste di Naole fino a raggiungere dopo circa 7 km la stazione a monte dell’impianto di risalita di Prada-Costabella e il vicino Rifugio Fiori del Baldo a quota 1.850 metri, dopo circa 1 ora e 30 minuti.
Rapida sosta per bere, mangiare una mela e scattare l’immancabile foto di rito, siamo di nuovo in marcia e con un breve ma intenso strappo si sale al Rifugio Chierego (1.956 metri), alle cui spalle ha inizio un bel sentiero, a dire il vero un po’ esposto, che lungo il fianco orientale di Cima Costabella porta al Bocchetto del Coal Santo (posto alla testata della Val Trovai) a 1.993 metri in circa 30 minuti.
Da qui ha inizio il sentiero di cresta n. 658 che, mantenendo sempre direzione nord, porta ad attraversare il caratteristico Passo del Camino (2.150 metri dopo 20 minuti circa), posto tra la Valle Del Camino (laterale della valle di Coal Santo) e la Val Brutta. Una volta giunti al passo ci si immette sulla mulattiera militare e proseguendo poi lungo il versante orientale, immersi in un suggestivo ambiente d’alta montagna, passando ai piedi di pericolanti pinnacoli rocciosi (dove si trova anche la prima targa metallica della Via Ferrata delle Taccole), si giunge ad un bivio segnalato da segnavia. Ora si può decidere se prendere la variante a sinistra per escursionisti esperti, oppure proseguire sulla mulattiera: la prima opzione è più corta ma attrezzata con cordini d´acciaio, la seconda (per la quale noi abbiamo optato) è leggermente più lunga, ma più facilmente porta alla ripida, ma breve traccia che si stacca alla sinistra e risale al Rifugio Barana Gaetano al Telegrafo (2.147 metri in circa altri 30 minuti), adagiato ai piedi della soprastante omonima cima (detta anche Monte Maggiore, quotata 2.200 metri).
Riempite le pance che l’ottimo pranzo preparato dal cuoco del rifugio (immancabile la polenta taragna con formaggio fuso e fagioli), per il ritorno abbiamo ripercorso il tracciato fatto all’andata, variando solo in un breve tratto, quello che da bocca del Coal Santo porta al Rifugio Fiori del Baldo, rimanendo ora sulla mulattiera che corre lungo il versante occidentale della cima Costabella (passando quindi sotto il Rifugio Chierego) e in circa 2 ore e 30 minuti di cammino siamo ritornati al punto di partenza della nostra escursione.
Prima di lasciarvi voglio svelarvi una piccola curiosità: forse non tutti infatti sanno che il Rifugio Barana Gaetano sorge a breve distanza dalla cima del Monte Telegrafo, così detto perché dalla sua sommità gli informatori napoleonici mandavano a valle i segnali.
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