Che questa vacanza fosse nata sotto una buona stella lo avevo già intuito, ma le sorprese non erano certo finite, anzi. Questo mercoledì in programma ci sarebbe stata una visita davvero speciale, per cui armati di buona pazienza, di buon mattino ci siamo messi in coda in attesa che aprissero le porte del Palazzo Imperiale di Sentō (仙洞御所, Sentō Gosho).
Come il Palazzo Imperiale di Kyōto (京都御所, Kyōto-gosho), il Palazzo Imperiale Sentō si trova all’interno del vasto parco conosciuto come Kyōto-gyoen (京都御苑), nel cuore della città, tra il fiume Kamo e il Monte Hiei. Completato nel 1630 per il pensionamento dell’imperatore Go-Mizunoo (後水尾天皇, Go-Mizunoo-tennō), insieme al corrispondente Palazzo Ōmiya di Kyōto (京都大宮御所, Kyōto Ōmiya-gosho) destinato alle imperatrici, è stato da sempre utilizzato come residenza per gli imperatori in pensione.
La visita al Sentō Gosho, anche conosciuto come “Gosho di primavera”, inizia entrando tramite un maestoso cancello di legno all’interno del muro di terra che circonda la struttura. Da qui, seguendo un percorso programmato e indirizzato da frecce, abbiamo ammirare dall’esterno una serie di padiglioni (e i tesori in essi custoditi) collegati da ponti e sentieri che si estendono su circa 50 ettari di giardini e terreni. Il complesso comprende abitazioni, stalle e giardini paesaggistici che sono caratterizzati da un’ampia varietà di alberi e fiori, tra cui ciliegi, aceri e camelie, che offrono viste spettacolari in ogni stagione dell’anno.
Il complesso del Sentō Gosho è stato ricostruito più volte nel corso dei secoli, e l’edificio attuale è stato ricostruito nel 1840. Oggi è aperto al pubblico solo in alcune date selezionate e solo per alcune parti del complesso, poiché è ancora utilizzato per scopi ufficiali dal governo giapponese.
Conclusa questa prima parte della mattinata ci siamo incamminati di buon passo alla stazione più vicina per prendere il treno in direzione del Monte Kurama (鞍馬山, Kurama-yama), una montagna posta nella zona nord-occidentale della città.
Il monte è famoso perché è il luogo dove Mikao Usui (臼井甕男) ebbe l’illuminazione su come insegnare la tecnica di guarigione chiamata Reiki (レイキ, 靈氣 ,霊氣, 霊気), una pratica spirituale usata come forma terapeutica alternativa per il trattamento di malanni fisici, emozionali e mentali.
Le credenze popolari vogliono inoltre che il monte Kurama sia anche il luogo di nascita di Sōjōbō (僧正坊), il Re dei Tengu (天狗) che insegnò l’arte della spada a Minamoto no Yoshitsune (源 義経). Si narra infatti che circa otto secoli fa, quando il piccolo Minamoto no Yoshitsune rimase orfano di padre, dall’età di sette anni e fino al compimento dei diciassette, visse su questa montagna solitaria. All’età di undici anni, mentre osservava i fiori di ciliegio nel cuore della foresta, si imbatté in Sōjōbō, che gli promise di addestrarlo per aiutarlo a sconfiggere il Clan Taira (平氏, Taira-uji), nemici giurati del Clan Minamoto (源氏, Minamoto-uji). Da allora Yoshitsune si recò dal Tengu ogni notte.
Arrivati nel parcheggio della stazione di Kurama siamo subito accolti da un grande volto rosso dal naso lungo e fallico, la statua del Re dei Tengu che vive nella foresta del monte Kurama. I tengu sono creature del folklore giapponese e sono rappresentati in alcuni casi come degli esseri dalla forma umana con il becco, o in altri con il volto rosso e un naso lungo e fallico. I Tengu sono presenti in molti racconti e leggende dove possono essere sia malvagi che buoni, e sono tra le creature del folklore più amate dai giapponesi: non a caso sono presenti anche nella cultura pop giapponese quali anime e manga.
Il nostro obiettivo però è il Kurama-dera (鞍馬寺), un complesso di templi buddhisti molto grande che si estende su un lato del Monte Kurama e che si trova a metà del sentiero che collega i borghi di Kibune e Kurama. Le sue origini vengono fatte risalire alla fine 700 d.C. quando, secondo la leggenda, il monaco cinese Jianzhen o Ganjin decise di costruire un tempio per convogliare il grande potere spirituale del monte così che i fedeli potessero trarne beneficio.
Ci incamminiamo quindi velocemente verso la funivia che parte all’inizio del sentiero che porta al Kurama-dera e, con soli 200 yen, arriviamo in fretta nei pressi della porta di accesso al tempio.
Scendiamo dal treno e, una volta raggiunta la cima, il pendio ripido si trasforma in un grande cortile. Il panorama è incredibile: davanti a noi il maestoso santuario principale affacciato sulle catene montuose e sulla valle sottostante. Ci facciamo catturare dalla sacralità di questi luoghi e con molta calma, vista la presenza di poche persone, in religioso silenzio esploriamo la zona.
Raggiungiamo poi la scalinata che si trova alle spalle del Kurama-dera e puntiamo alla cima del monte Kurama. Durante la salita il paesaggio cambia e il terreno circostante non è più ricoperto di erba e arbusti, ma dalle radici degli alberi cha affiorano dalla terra. Quasi in cima troviamo un cartello che indica la direzione da prendere per raggiungere il piccolo tempo Ōsugi-Gongen (大杉権現), il luogo secondo la tradizione in cui Mikao Usui digiunò e meditò per 21 giorni fino a quando non ricevette da una divinità i poteri da cui poi sviluppò il Reiki.
Proseguiamo ancora lungo il sentiero e arrivati in cima decidiamo di proseguire in discesa verso Kibune (貴 船), una piccola cittadina in una valle boscosa tra le montagne a nord di Kyoto, che si è sviluppata attorno al Santuario di Kifune (貴船神社). Lungo il percorso incrociamo vari templi che esigono tutti una breve visita e qualche foto ricordo e non ci accorgiamo che, in meno che non si dica, abbiamo raggiunto la fine del sentiero, in prossimità del ponte sul fiume Kibune. Al di là si trova nell’omonimo paesino, Kibune, schiacciato tra la montagna e il fiume, un villaggio che si sviluppa lungo la strada che costeggia il corso d’acqua.
Il sole è ancora alto e noi abbiamo voglia di esplorare il più possibile questa zona di Kyōto. Per questo affrettiamo il passo e andiamo alla stazione della metropolitana di Kuramaguchi (鞍馬口駅, Kuramaguchi-eki): il treno ci aspetta per raggiungere il Monte Hiei (比叡山, Hieizan), una montagna che si erge al confine tra la prefettura di Kyōto e la prefettura di Shiga (滋賀県, Shiga-ken), e il Tempio Enryaku-ji (延暦寺), il principale monastero della scuola buddhista giapponese Tendai (天台宗, Tendai-shū).
Per salire abbiamo utilizzato la funicolare Einzan combinata alla successiva funivia che ci permette di arrivare in vetta e risparmiare così un sacco di tempo. Qui abbiamo approfittato della bellissima terrazza panoramica che spazia a 360° per ammirare in lontananza il Lago Biwa (琵琶湖, Biwa-ko), il più grande lago di acqua dolce del Giappone, il cui nome deriva dalla sua forma naturale che ricorda un biwa (琵琶), il tradizionale liuto giapponese. Scattiamo (si fa per dire) qualche foto, ammiriamo i ciliegi in fiore e ci godiamo la dolce brezza che proviene dalla valle.
Ahimè il tempo è tiranno, abbiamo fatto molte cose oggi e ci rimane davvero poco tempo per visitare il Tempio Enryaku-ji che già dobbiamo scendere giù verso la Stazione di Hieizan Sakamoto (比叡山坂本駅, Hieizan Sakamoto-eki) dove ci attende il treno per rientrare a casa.
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